Mai pagare il parcheggio della spiaggia. La spiaggia è oltre la pineta, e la strada è parallela alla pineta che è parallela alla spiaggia. Parallela di parallela è possibile raggiungerla con traiettoria tangenziale.
La mappa indica un percorso breve, e in effetti è una pineta rada, piatta, tranne l'ultimo ostacolo la duna finale, riesco addirittura a seguire un sentiero posticcio.
In cima alla duna, incontro un tipo strano, appoggiato ad un albero molto sudato, rivolto alla spiaggia. Grugnisco, che è un saluto universale quando non si sa mezza parola di Polacco. Il grugnito va bene anche per il tedesco. con l'inglese è meno credibile, ancor meno con lo spagnolo. Ok giapponese, no cinese.
Grugnisco e non capisco la risposta ma non mi importa, proseguo.
Inizio a focalizzare la spiaggia, ormai a poche decine di metri. C'è qualcosa di strano nei bagnanti. Sembrano in una sorta di divisa. Inforco gli occhiali. Compaiono nitidi centinaia di sederi. mi viene subito da ridere a quella vista, come sostiene Tognazzi nella Stanza del vescovo. Ma anche tanta commozione, come sottolinea sempre Tognazzi, per le ragazze che pacificamente si voltano verso la duna, nella nuvola fiammeggiante delle leggere chiome bionde, sostenute dalla brezza marina.
È chiaro che l'imbarazzo investe chi è vestito, me, per un principio di lealtà e parità. Il tizio strano appoggiato all'albero forse era scappato appunto dalla vergogna di essere vestito.
Probabilmente c'erano anche uccelli tra tutte quelle passere, quindi l'attraversamento della pineta con finalità Sea watching si era arricchita improvvisamente di Bird watching.
Altro che acqua alle caviglie ... Un pomeriggio trafelato come al solito, sommerso di messaggi, mail tocchi sulla spalla, "scusa posso farti una domanda?". Almeno tutti sono gentili, questa è la differenza degli uffici degli ultimi anni.. Il pomeriggio stava iniziando dopo il pranzo, e grandi nuvoloni iniziano ad oscurare il cielo. Io posso vedere porzioni di grandi vetrate, a sinistra su un viale alberato, a destra su un cortile, panorama un poco, ma anche da questo lato posso vedere una bella fetta di cielo. Il cielo si è annuvolato, coperto, inspessito. Un cielo di ovatta grigia, scura, sempre più scura. Il suo stomaco rimbomba, anche il mio stomaco rimbomberebbe divenissi così minaccioso. Tuoni, lampi, iniziano a cadere grosse e rumorose goccie, poi bicchierate, infine secchi di acqua. Guardo la scena a destra e sinistra, qualche collega si alza e si affaccia alle finestre. La corrente elettrica resiste, la rete informatica pure. Vedo gli scrosci d'acqua e mi ric