È tedesca, nulla di svedese, anche se esposizioni di barche e corna non mancano prima di giungervi. È sempre stata nella Germania occidentale, si nota in una ricchezza più diffusa, alla stregua della altre città tedesche.. Manca però il calore di Danzica. Le dorature e le tinte inaspettate. Qui tanto gotico in muratura scura.
E poi i visi delle ragazze non sono dolci come quelli di Pomerania, i capelli non coronano la fronte chiara, e gli occhi non hanno le sfumature dell'ambra del Baltico. Anzi sulla spiaggia l'ambra non c'è, ci sono ciottoli traslucidi neri di Selce affilata per la guerra, non per l'amore.
A Sopot in fondo al molo di 500 metri c'è un porto, tanto piacciono i porti e le navi ai polacchi. È tutto bianco: bandiere bianche garriscono alle sferzate del vento del Baltico, sulle panchine bianche i bambini in divisa bianca ridono e scherzano delle difficoltà degli adulti, le ragazze del nord dai lunghi capelli biondi trattengono il cappello a large falde e la gonna che non sempre mostrerebbe la traccia immacolata del costume. Soprattutto per questo ultimo spettacolo pago l'ingresso e mi reco ai tornelli (ecco questa è l'unica imperfezione della giornata). Una signora sorveglia l'ingresso, la saluto col trucco del bonfonchio, che è un saluto tipo rumore bianco (considerato il bianco del contesto), dove l'ampio spettro detto suoni generati contiene anche un -la ringrazio- in tutte le lingue del mondo. Superata la barriera vengo raggiunto alle spalle da sonoro -Arrivederci- con le vocali un po' allungate ma senza dubbio cordiale. Mi volto e vedo la signor...