Passa ai contenuti principali

Il regalo americano

Sono tornato dall'america con un regalo, qualcosa i cui strascichi segnano ancora la mia esistenza. Non è una malattia venerea, non è una malattia in genere, eppure mina la regolare esistenza quotidiana.
Ogni volta che entro in cucina, ne cerco le tracce, ne cerco le tracce nell'aria, sui mobili pensili, sul ripiano sotto il pensile in cui tengo del cibo. Infine apro l'anta fatale.
Col tempo ora va un po' meglio, ma meglio spiegare dall'inizio, perché a periodi, ho pensato di non farcela.
Alla fine dell'anno scorso, un sacchetto di riso, cominciò a manifestare una vitalità non consona a 2 kg di cereali essicati. Il sacchetto consumato a metà proveniva dagli avanzi del residence, e mi era sembrato un peccato buttarlo. Così ho pensato, che mi importa se dalle mie parti venga prodotto il miglior riso del mondo, anche questo dall'origine indefinita ha la sua dignità.
Ecco, ad un certo punto hanno cominciato a svolazzare le farfalline, le tarme del riso si chiamano, anzi hanno un nome più complicato, ma rimangono delle farfalline. Quello che è odioso sono le sue larve. Lasciano dove si posano dei filamenti, come una specie di ragnatela. E il sacchetto di riso avanzato ne era pieno.
Che disonore! Comparse in corrispondenza dei miei buoni propositi di tenere pulita la casa. E abbatterle in volo, o sulle superfici su cui si appoggiano non è per nulla efficace.

Ecco come si deve procedere in realtà:
  • applicare uno di quei fogli appiccicaticci all'interno della madia
  • la madia deve essere svuotata e ripulita
  • usare uno di quegli sgrassatutto
  • insistere nelle fessure, nei fori, nelle cerniere
  • eliminare tutti i sacchetti, aperti o chiusi, le scatole di cartone, le scatole vuote in genere, le larve infatti si insinuano anche nelle scatole di alimenti diversi dal loro cibo abituale, ma si insinuano anche negli anfratti dove evidentemente trovano protezione.
Detto questo, le farfalline le ho ancora. Il regalo americano.

Post popolari in questo blog

Skiantos e uhm

Ho trovato software per togliere il click, il uhm, il fruscio. Come se togliere la puzza di merda da una bella cagata potesse migliorarne il piacere. Si tratta di sensazioni al contorno che in realtà costituiscono parte integrante del piatto principale. Avevo un cassetta con brani di Inascoltabile, Monotono e Kinotto ad azione dissolvente. Perché togliere le limitazioni di banda di una cassetta già duplicata? Di una cassetta di infima qualità poi ... (eh si... da sempre perseguo la politica di premiare il miglior rapporto qualità per qualsiasi merce... l'introduzione dell'euro avrebbe fatto una pippa ad una società popolata da acquirenti come me...). Perché comprare una scheda di acquisizione professionale per questo travaso di "media" se una vecchia scheda audio a 32 bit raggiunge una larghezza di banda quadrupla rispetto la sorgente originale... Senza disponibilità di banda i piatti sono smorzati e disturbati. Eccezionale l'effetto gatto silvestro su consonanti ...

Arrivederci

A Sopot in fondo al molo di 500 metri c'è un porto, tanto piacciono i porti e le navi ai polacchi. È tutto bianco: bandiere bianche garriscono alle sferzate del vento del Baltico, sulle panchine bianche i bambini in divisa bianca ridono e scherzano delle difficoltà degli adulti, le ragazze del nord dai lunghi capelli biondi trattengono il cappello a large falde e la gonna che non sempre mostrerebbe la traccia immacolata del costume. Soprattutto per questo ultimo spettacolo pago l'ingresso e mi reco ai tornelli (ecco questa è l'unica imperfezione della giornata). Una signora sorveglia l'ingresso, la saluto col trucco del bonfonchio, che è un saluto tipo rumore bianco (considerato il bianco del contesto), dove l'ampio spettro detto suoni generati contiene anche un -la ringrazio- in tutte le lingue del mondo. Superata la barriera vengo raggiunto alle spalle da sonoro -Arrivederci- con le vocali un po' allungate ma senza dubbio cordiale. Mi volto e vedo la signor...

L'ora legale del volo

Attendo che i vicini di posto completino la loro dichiarazione di ingresso in brasile. Sono i vicini al di là del corridoio, perché sui vicini più prossimi al di là del gomito sinistro non posso certo contare: sono morti subito, alle 5, quando siamo decollati da Cordoba. Come ogni volo che si rispetti si sono presentati degli inconvenienti. Per prima cosa, l'argentina, quest'anno dopo vari tentennameti ha deciso di non adottare l'ora legale. Invece tutti i sistemi informativi coinvolti nel processo presupponevano il contrario. Il più critico è stato quello che ha determinato l'ora di partenza in funzione dell'ora di arrivo a Porto Alegre e della durata del volo, senza tanere conto correttamente del diverso fuso orario. Siamo arrivati in aeroporto con l'ingenua serenità di chi è convinto di essere in anticipo e ci siamo ritrovati nella procedura di imbarco immediato. Anche il mio telefono smart si è sbagliato, tanto che ho dovuto impostare il fuso orario del cil...