tag:blogger.com,1999:blog-19864862987730438712023-06-21T06:36:54.015+02:00Astare Qui<strong>Lo trovi risibile quando dico...</strong>Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comBlogger73125tag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-60666801400180907432018-08-12T15:58:00.001+02:002018-08-12T15:59:33.592+02:00ArrivederciA Sopot in fondo al molo di 500 metri c'è un porto, tanto piacciono i porti e le navi ai polacchi.</br>
È tutto bianco: bandiere bianche garriscono alle sferzate del vento del Baltico, sulle panchine bianche i bambini in divisa bianca ridono e scherzano delle difficoltà degli adulti, le ragazze del nord dai lunghi capelli biondi trattengono il cappello a large falde e la gonna che non sempre mostrerebbe la traccia immacolata del costume.</br>
Soprattutto per questo ultimo spettacolo pago l'ingresso e mi reco ai tornelli (ecco questa è l'unica imperfezione della giornata).
Una signora sorveglia l'ingresso, la saluto col trucco del bonfonchio, che è un saluto tipo rumore bianco (considerato il bianco del contesto), dove l'ampio spettro detto suoni generati contiene anche un -la ringrazio- in tutte le lingue del mondo. </br>
Superata la barriera vengo raggiunto alle spalle da sonoro -Arrivederci- con le vocali un po' allungate ma senza dubbio cordiale. Mi volto e vedo la signora con un ampio sorriso. io alzo la mano come in un vecchio film in cui l'amato si allontana in treno e ricambio -Arrivederci.</br>
Ma come avrà fatto a riconoscere la nazionalità del mio rumore bianco?Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-66302796744365159172018-08-12T15:57:00.000+02:002018-08-12T15:57:01.640+02:00PlattenbauAttraversando i quartieri nuovi delle città europee distrutte dalla guerra, è inevitabile essere colpiti da un vago deja-vu. In Germania e in Polonia anche di più, ma solo perché ho attraversato tutte e due in pochi giorni. Un quartiere di una città può assomigliare a quello della città di un altro paese, un palazzo essere l'immagine speculare di quelli di fronte.</br>
In un film russo il protagonista torna a casa, ma è indotto a sbagliare città. Recandosi all'indirizzo con lo stesso nome, allo stesso numero di palazzina e appartamento, e con la stessa chiave (!!!) entra nella vita di un altro. Il finale è loro perché nasce una storia d'amore, ma almeno quello, il carattere di due è diverso.</br>
In tedesco di chiama Plattenbau, ed è una metodologia costruttiva basata fortemente su moduli prefabbricati.</br>
Quello da incubo potrebbe essere fatto così: mono colore (assente), mono modulo, senza balconi, tetto piano, fronte continuo per un chilometro, alto 30 piani, senza garage, parchetto di fronte con monumento a eroe del socialismo. Ma costruito parallelamente ad uno identico distante 50 metri.</br>
Non ve ne sono per alcuni aspetti anche nelle vostre città?Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-24277228952225542912018-08-12T15:54:00.001+02:002018-08-12T15:54:35.504+02:00Berlino e l'informalitàIn cosa differisce Berlino dalle altre città tedesche?</br>
Beh, mi sono mosso velocemente in auto al suo interno, con la possibilità di parcheggiare in superficie, senza strani sensi unici e divieto scritti in ostrogoto. Questo non accade in alcuna altra città tedesca.</br>
Gente di ogni sorta di aggira per il centro, studenti, lavoratori, marginalizzati vari, turisti e me. Me mi aggiungo, che sintetizzo tutti quanti: faccio il barbone, sono pieno di soldi, ho una missione e fretta, voglio vedere la città.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-5072040321612015402018-08-12T15:53:00.001+02:002018-08-12T15:53:17.304+02:00Visitare Berlino in 5 ore (e 5 minuti)Visitare Berlino in 5 ore di può, basta giungere in auto. Giungere alle 21. È facile parcheggiare in zona Porta di Brandeburgo, Reichstag, Colonna della Vittoria: 30 min.</br>
Parcheggiare ora in zona Universitätsrasse, è zona di uffici con poco residenziale. A piedi in 3 ore di spazia da Alexander platz, alla Französischer Dom. Certo, ormai è buio, una notte di luna piena aiuta parecchio, qualche stella cadente con nuovi desideri e frustrazioni.</br>
Rimangono 1 ora e mezza. 30 min per una deludente Flakturm III troppo rimaneggiata. 1 ora bighellonando in auto in zona est, e aeroporto Tempelhof. Certo questa parte va fatta alle 6 di mattino: fresco, poco traffico, gente un po' troppo frettolosa ma sempre cordiale.</br>
Aggiungete una ora a tutto questo, più del 10% del tempo netto della visita, spedite quindi una cartolina pensando a chi vorreste lì con voi, che tutta sta fretta vi è concessa solo perché siete soli. Berlino non sarebbe più bella spesa con lei tra un letto di fresche lenzuola, in passeggiate all'ombra dei Tigli, al clima condizionato di un museo sulla Sprea?</br>
...perché una cartolina? Meglio un selfie sotto la torre delle comunicazioni e invio seriale ai contatti di un social: tempo 5 minuti.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-69903150531745712132018-08-12T15:51:00.000+02:002018-08-12T22:34:02.701+02:00AringheTi guardavo mangiare le aringhe con panna con gusto, imburrare il pane con gesto deciso, infilare la forchetta nel barattolo in profondità per raccogliere ogni pezzetto residuo. </br>
Masticavi, col viso sorridente e gli zigomi alti, ancora più pronunciati per il boccone che gustavi. Gli occhi erano a fessura, come due tegoline, e come il mio gattino di porcellana cinese, tutto soddisfatto per aver preso il pesciolino.</br>
Volevo farti una foto. Ma non avrei colto la passione che rivolgevi alle aringhe. Mi rimane impresso nella memoria il tuo sguardo in ascolto della nostre belle interrotte parole, solo una volta, iniziate le aringhe.
Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-6828262363382616712018-08-12T15:48:00.001+02:002018-08-12T15:49:06.230+02:00AcquazzoneC'è un primo stadio dell'intensità della pioggia. Chi è sotto gli alberi beato sulla panchina non desiste da ciò che stava facendo, chi si bacia, chi conversa, chi si beve una birra. Il parchetto davanti all'ingresso del centro commerciale e alla fermata del tram è popolato da varia umanità. La pioggia non interferisce con il caldissimo pomeriggio di Magdeburgo. Nel secondo stadio la pioggia ha saturato la capacità delle fronde di trattenere l'acqua. Tutti devono pensare ad una soluzione. La mia era stata presa scendendo dall'auto, col cappellino impermeabile e l'ombrello famigliare. Applico la soluzione ma rapidamente diviene inutile. Aggiungo un generoso androne, oltre al quale uso l'ombrello davanti a me a modo di scudo aggiuntivo.</br>
Quasi tutti corrono, direi inutilmente se entro 5 secondi non trovano un riparo, sembra un uragano. Giornale e borsetta sono palliativi, gli ombrelli vengono capovolti.</br>
Ci sono i predestinati, quelli che scendono dal tram esposti a doccia ineluttabile (perché non proseguono la corsa non si sa). Ci sono i rassegnati, ormai marci. Si muovono guardando gli altri, nel loro inutile dibattersi e ostinarsi a ritirare l'acqua. C'è chi non vedeva l'ora: una ragazza in bicicletta con la maglietta bagnata aderente al corpo perfetto, gioca a fare surplace orientando il mezzo contro il vento, come una barca a vela. In realtà aspetta i compagni che sbarcano di corsa dal tram, degnandola di scarsa attenzione invero, a dispetto dello spettacolo del seno inzuppato tutt'altro che di poco conto.</br>
Si accomoda nell'androne con me un tedesco di quelli ancora asciutti. Mi distoglie dai miei pensieri, di come sarebbe bello quel rombare, picchiettare, frusciare in altri luoghi. In un'auto in campagna, in una mansarda di agosto, in una una tenda ovunque. Cose di tempi passati, di rimpianti sotto la pioggia, du fantasmi temporaleschi.</br>
Dopo un paio di minuti do il meglio del mio tedesco: -Tropicale!</br>
Il tizio annuisce e bonfonchia qualche cosa annuendo con forza.</br>
Visto il successo rilancio: -Brasile!</br>
Grandissimo successo. Ora arriva un grosso arabo. Anche la sua tunica è tutta zuppa, ma non è interessante come la maglietta della ciclista. Inizia a parlare con il mio compare di androne, ma rimango interessato alle fughe o alle rese, o a chi si gode il momento sebbene avverso.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-23150289563510446762018-08-12T15:45:00.000+02:002018-08-12T15:46:14.017+02:00LubeccaÈ tedesca, nulla di svedese, anche se esposizioni di barche e corna non mancano prima di giungervi. È sempre stata nella Germania occidentale, si nota in una ricchezza più diffusa, alla stregua della altre città tedesche.. Manca però il calore di Danzica. Le dorature e le tinte inaspettate. Qui tanto gotico in muratura scura. </br>
E poi i visi delle ragazze non sono dolci come quelli di Pomerania, i capelli non coronano la fronte chiara, e gli occhi non hanno le sfumature dell'ambra del Baltico. Anzi sulla spiaggia l'ambra non c'è, ci sono ciottoli traslucidi neri di Selce affilata per la guerra, non per l'amore.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-10342763524368749372018-08-12T15:43:00.003+02:002018-08-12T15:43:49.266+02:00La spiaggia oltre la pinetaMai pagare il parcheggio della spiaggia. La spiaggia è oltre la pineta, e la strada è parallela alla pineta che è parallela alla spiaggia. Parallela di parallela è possibile raggiungerla con traiettoria tangenziale.</br>
La mappa indica un percorso breve, e in effetti è una pineta rada, piatta, tranne l'ultimo ostacolo la duna finale, riesco addirittura a seguire un sentiero posticcio.</br>
In cima alla duna, incontro un tipo strano, appoggiato ad un albero molto sudato, rivolto alla spiaggia. Grugnisco, che è un saluto universale quando non si sa mezza parola di Polacco. Il grugnito va bene anche per il tedesco. con l'inglese è meno credibile, ancor meno con lo spagnolo. Ok giapponese, no cinese.</br>
Grugnisco e non capisco la risposta ma non mi importa, proseguo.</br>
Inizio a focalizzare la spiaggia, ormai a poche decine di metri. C'è qualcosa di strano nei bagnanti. Sembrano in una sorta di divisa. Inforco gli occhiali. Compaiono nitidi centinaia di sederi. mi viene subito da ridere a quella vista, come sostiene Tognazzi nella Stanza del vescovo. Ma anche tanta commozione, come sottolinea sempre Tognazzi, per le ragazze che pacificamente si voltano verso la duna, nella nuvola fiammeggiante delle leggere chiome bionde, sostenute dalla brezza marina.</br>
È chiaro che l'imbarazzo investe chi è vestito, me, per un principio di lealtà e parità. Il tizio strano appoggiato all'albero forse era scappato appunto dalla vergogna di essere vestito.</br>
Probabilmente c'erano anche uccelli tra tutte quelle passere, quindi l'attraversamento della pineta con finalità Sea watching si era arricchita improvvisamente di Bird watching.
Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-43610167541982463542017-02-28T14:13:00.004+01:002017-02-28T14:13:58.310+01:00Collega InformatoOggi devo comprare caffé e carta igienica. Solo questo. Non è evidente, ma tra i due c'è attinenza: ad inizio mattina completo il ciclo digestivo cominciato nel giorno precedente, e accade appena dopo il caffé.
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Non va più molto di moda fumare, quindi nella discussione che stavamo facendo nessuno lo ha introdotto come argomento. Invece il mio collega si è vantato di non aver bisogno di nessuno stimolo la mattina, va in bagno e legge il giornale. Non ne ha il tempo tutti i giorni, certo. Ci vuole più tempo che bere un caffé.
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Ora mi spiego perché è spesso ben informato. E anche perché non sempre.
Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-37682264941714026542013-08-29T18:55:00.001+02:002013-08-29T18:55:18.869+02:00Acqua alle caviglieAltro che <b>acqua alle caviglie</b>...<br />
Un pomeriggio trafelato come al solito, sommerso di messaggi, mail tocchi sulla spalla, "scusa posso farti una domanda?". Almeno tutti sono gentili, questa è la differenza degli uffici degli ultimi anni..<br />
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Il pomeriggio stava iniziando dopo il pranzo, e grandi nuvoloni iniziano ad oscurare il cielo. Io posso vedere porzioni di grandi vetrate, a sinistra su un viale alberato, a destra su un cortile, panorama un poco, ma anche da questo lato posso vedere una bella fetta di cielo.<br />
Il cielo si è annuvolato, coperto, inspessito. Un cielo di ovatta grigia, scura, sempre più scura. Il suo stomaco rimbomba, anche il mio stomaco rimbomberebbe divenissi così minaccioso. Tuoni, lampi, iniziano a cadere grosse e rumorose goccie, poi bicchierate, infine secchi di acqua.<br />
Guardo la scena a destra e sinistra, qualche collega si alza e si affaccia alle finestre. La corrente elettrica resiste, la rete informatica pure. Vedo gli scrosci d'acqua e mi ricordo i temporali in Brasile, con l'intenso profumo esotico degli alberi lungo i viali, liberati dalla sporcizia che si accumula rapidamente nell'aria delle metropoli.<br />
I colleghi cominciano ad eccitarsi oltre una ragionevole soglia, mi alzo anche io. Dalle finestre del cortile interno si vede acqua di sopra e acqua di sotto. Il cortile ormai è un lago da cui affiorano isolotti strani, simili ad auto di cui non si vedono i pneumatici.<br />
I proprietari delle isole assistono alla scena impotenti, rammaricandosi di non aver parcheggiato l'isola sulla strada, o sotto casa.<br />
Il magazzino accessibile ai veicoli commerciali invece è mezzo metro sotto il piano del cortile. Il ragionier Fantozzi cerca di avviare l'auto con cui fa le consegne, il cui motore è però ormai sommerso, e lui seduto davanti al cruscotto sembra l'uomo in ammollo della pubblicità del detersivo.<br />
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I colleghi ridono. Ma sono Fantozzi pure io, e mi prende un groppo in gola.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-56257236347224119912013-08-27T00:12:00.000+02:002013-08-27T00:12:07.895+02:00Buoni incassatoriUn buon incassatore non si cura degli eventi e dei giudizi degli altri, e soprattutto non si cura delle botte ricevute.<br />L’ho conosciuto un anno fa, prima che il treno mastodontico prendesse velocità e raggiungesse la curva in fondo alla discesa. Giunto in fondo il treno deragliò rumorosamente e si infilò nel tunnel, come la palla in un canestro perfetto. L'aria uscì dalla stessa apertura in cui fece ingresso, e noi che a lato stavamo a guardare ci investì tutti, lui invece eroico nella carrozza di testa leggeva il giornale.<br /><br />Incassatore come lui è solo il suo programmatore. Giovane, silenzioso, arruffato, ma con una barba perfettamente regolata. Anche lui, mai una risata, un caffè assieme. Una sfinge. Mi sono immaginato più volte di togliergli la sedia all’ultimo istante durante la sua seduta. Me lo vedevo con lo sguardo fisso innanzi a se, appoggiato nell’aria come sulla sedia mancante.<br />Parla poco, quando parla usa un marcatissimo accento campano, farfugliato e non sempre comprensibile.<br />Scrive codice con una discreta velocità. Bravo, abbastanza bravo, anche se non appare mai affidabile a causa di quel suo strano aspetto, a suo modo autistico.<br />- Guarda che dovresti togliere quel flag.<br />- Che? – stupito e corrucciato. – no.<br />- Si, è quel flag che non va.<br />- Che? – esattamente la stessa espressione precedente, pare essere tornati indietro con il rewind – no.<br />Non il punto esclamativo sul no. Perché è una negazione anodina. Il suo processo mentale non si svolge interagendo con l’esterno, è tutto svolto in sottofondo: fine dell’elaborazione. Exit: - no.<br /><br />Loro due si siedono accanto. Si parlano per brevi istanti. Non si spiegano mai rumorosamente o appassionandosi ad una opinione ancorché professionale. Lui dice cosa fare, e l’altro: – no – oppure – va bene.<br />Si somigliano, separati nella culla. L’unica differenza è che quando passa una ragazza: il programmatore non recepisce l’evento. L’altro alza la testa, la guarda senza volgerle gli occhi addosso, così, un po’ di striscio, per essere sicuro di non doverne sostenere anche solo incidentalmente lo sguardo. Appena lei gli volge definitivamente le spalle allora: - E’ libera? – rivolto a me. Nel suo sguardo nessuna passione. Ma è chiaro che dietro il suo sguardo è proiettato qualche film. Che film? Che si immagina di fare o di dire a quelle ragazze?<br /><br />Eppure lo vengono a cercare solo belle colleghe. Solo una ha per lui delle domande di lavoro. Le altre arrivano e scambiano qualche battuta. Anzi, nessuno scambio, loro monologano, lui grugnisce.<br />Io lo invidio, e quando rimaniamo soli gli dico: - Bella quella, simpatica quell’altra, ti fila questa, ci sei uscita con quest'altra? Lui risponde criticandole per il carattere, per la caviglia, per una storia sentita.<br /><br />Non è ancora fuori dal tunnel, ma quando ne uscirà troverà sempre pronto il destino dell'incassatore pronto a colpirlo.<br /><br />Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-45698448414740417542013-08-17T14:45:00.004+02:002013-08-17T14:46:45.448+02:00Come un parcheggio ha cambiato la mia idea sulla morte<p>
Ieri mattina, mi sono allontanato dalla strada maestra per raggiungere un bar poco distante la rotonda, lungo una modesta salita. Tale bar è una mia meta frequente quando voglio evitare la lotta al parcheggio in città. La strada è decisamente di campagna: poche case, poche auto, il distributore di carburante carissimo e distante da entrambi i paesi che la strada collega.<br />
Alla rotonda svolto e mi inerpico per poche centinaia di metri fino allo spiazzo.<br />
Il parcheggio come mi aspettavo era facile. A causa della pigrizia del week-end calcolo il punto più vicino in linea d'aria al bar, e quindi accosto all'unica macchina già in sosta il cui conducente evidentemente era vittima delle stesse mie pigre considerazioni. <br />
Mi tengo a buona distanza perché non voglio crearmi problemi di spazio quando proprio non esistono. Il proprietario dell'auto, una signora tranquilla, entra nell'abitacolo e avvia il motore. Decido di concedermi quest'altro pigro lusso, di aprire completamente la portiera in totale libertà, e quindi attendo, per non batterle contro.
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L'auto della signora si avvia, sale di giri e ha un sussulto dovuto al moto incipiente che scarica gli ammortizzatori anteriori e carica quelli posteriori, ma subito interrompe la spinta. L'auto senza trazione retrocede di pochi millimetri al punto di partenza. Io attendo.<br />
L'auto riprova, sfriziona un poco. Fa' pochi centimetri ma si ferma ancora. Esita. Ritorna ferma.<br />
Con una svogliata torsione del collo e delle spalle mi volto all'indietro, con notevole sforzo, convinto che non si dovrebbero fare queste fatiche in un parcheggio quasi deserto. E allora la vedo. Neanche fossi in centro a Torino. Ma cinque auto sono ferme attorno a me, alla ricerca di uno spazio per poter completare ciascuno la propria manovra.<br />
Il parcheggio in fronte al bar, costituisce una vera e propria piazzetta tangente alla strada principale, che origina però anche un incrocio confluendovi anche altre due vie del paesino. In un istante erano sopraggiunte macchine da ogni direzione, e ciascuna si era messa in attesa per completare la propria manovra dell'uscita dell'auto della signora dal parcheggio.<br />
Scendo dall'auto, osservo la scena. Le auto ferme una di fronte alle altre, come in un duello spaghetti western.<br />
Anche la morte arriva inattesa durante una semplice manovra di parcheggio?
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Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-52194788685443701892013-04-14T19:32:00.002+02:002013-04-14T19:32:36.080+02:00BrizzolatoAll'ultimo rinnovo della carta d'identità, ho atteso pazientemente il mio turno in mezzo a tutta l'umanità del quartiere. E' bello il giorno in cui ci si può immerge tra la gente, che altrimenti non vedresti mai. Un po' come immergersi tra i condomini, che magari sono le persone più simpatiche che potresti mai conoscere, ma prendendo sempre l'ascensore questo non avverrà mai.<br />
EEEEEEK, sul tabellone appare il mio numero, e quindi supero la porta a vetri ed entro nel grande locale, sul cui lato sono ricavati gli sportelli in una fila continua, tutti con il loro bel numerino.<br />
Compilo un cartoncino con le informazioni necessarie al riconoscimento, le firme, le foto, i segni particolari. E' stato facile, ho riproposto quelli del documento precedente che ho ancora in tasca, copiandolo.<br />
Passo il modulo sotto il vetro all'impiegata, che inizia subito ad inserirlo sul sistema e a pinzare le foto. E' molto spiccia e veloce. Finisce i preliminari e mi ripassa il modulo per una ulteriore firma, e puntualizza: - Per i capelli non ho potuto mettere "Castani", capirà, ho messo "Brizzolato".<br />
Io guardo la scritta, forse sperando in cuor mio che si trattasse di una battuta da impiegata dell'anagrafe. Mi sento impreparato: - Ma... Ma come...<br />Pensavo confusamente a qualcosa di simile a: - Ma se fossi venuto qui coi capelli tinti, che colore avrebbe deciso di mettere? - e invece non riuscii a dire nulla.<br />
L'impiegata esita... - E' vero. Ma non posso far altro che constatarlo.<br />
Esita ancora: - Avrebbe dovuto fare come noi donne in questi casi. - Io la guardo con la bocca ancora aperta, ancora incerta.<br />
- Il giorno in cui rinnoviamo un documento tingiamo i capelli.<br />
Non sorride, lo dice con una certa gravità. <br />
Con la stessa sua espressione le ribatto: - Potrei magari tornare... - cerco di interpretare il suo sguardo di fronte alla mia ipotesi, che ora cambia in quella dell'impiegata che scopre di avere davanti a sé uno scocciatore.<br />
Sorrido: - Se è la verità, allora va bene brizzolato. Il tempo passa per tutti.<br />
L'impiegata dell'anagrafe allenta la tensione e sorride. Scambiamo qualche battuta dell'effetto del tempo sulle fototessere. Faccio il cordiale più che altro perché è il momento in cui deve fare bene il suo lavoro di punzonatura e stampa della mia nuova carta d'identità. Altrimenti dovrei tenermi una carta d'identità con su scritto brizzolato e per di più graficamente difettosa ...in attesa di rinnovarla con la tintura.<br />
L'<a href="https://www.google.com/search?newwindow=1&safe=off&hl=en&authuser=0&biw=1366&bih=649&site=imghp&tbm=isch&source=hp&biw=1366&bih=649&q=brizzolato&oq=brizzolato&gs_l=img.3..0j0i24.3203.5247.0.5623.10.10.0.0.0.0.268.1454.3j3j4.10.0...0.0...1ac.1.9.img.jG9cWp5Nq6I">uomo brizzolato</a> si salvera?
Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-55473898875537180692013-03-09T23:38:00.003+01:002013-03-09T23:38:36.398+01:00Monologo di dialoghiÈ un po' che non scrivo. Non sento in questo periodo lo stimolo a comunicare. Eppure in testa è un monologo continuo di dialoghi. Monologo di dialoghi, per quanto assurdo sempre di monologo si tratta, ma anche di dialoghi, immaginari. Dialoghi che sento che non si svolgerebbero mai nella realtà, perché nella realtà le persone a cui mi immagino di rivolgermi non rimarrebbero ad ascoltare, non interagirebbero e non sosterrebbero la discussione.<br /><br />Non sono un introverso. Passo la giornata a parlare, e trovo anche il tempo per i miei monologhi. I clienti, i capi, i colleghi, non potrei lavorare in silenzio, e alla macchina del caffé, alla mensa, lungo i tragitti nei corridoi, mai in silenzio.<br /><br />Nei miei monologhi interiori si allestisce la scena drammatica in cui le mie parole vengono intese, o meglio, le mie intenzioni vengono intese, e a differenza che nella realtà attraggono sempre l'attenzione dell'interlocutore. In un litigio amoroso, in un corteggiamento, la scena madre è quando vengono dette le parole che sciolgono l'amore dell'altro, no?<br /><br />Ecco, non scrivo molto, perché non sento nelle mie parole reali la stessa forza di quelle nei miei monologhi.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-20427371436199255292012-07-29T20:10:00.001+02:002012-07-29T20:10:58.198+02:00Le poltroncine basse<span class="commentBody" data-jsid="text">Le poltroncine basse funzionano come espositori.</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text">In ogni sala d'attesa, in ogni hall di albergo se ne possono trovare. Sono decisamente scomode, un supplizio a tirarsi su in piedi, e a sedersi sono equivalenti ad un tuffo all'indietro dal trampolino.</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text">Ma sono espositori, per questo ce ne sono tante.</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text">Espositori de che? Per donne in tiro.</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text">Per i difetti che vi ho citato, gli uomini e le donne vestite normalmente, provano solo una grande fatica e un grande disagio nel doverle utilizzare. Le usano solo se sono costretti. Rimangono in piedi alla finestra piuttosto, li vedi lì, con una rivista in mano, mentre lì accanto c'è una di queste poltroncine vuote... finché non arriva la donna in tiro. La donna in tiro è attillata, scollata, spaccata, tacco 12. Nell'atto di sedersi è possibile cogliere l'uso di autoreggenti, di reggiseno imbottito o meno, di mutanda o meno.</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text">L'uso della poltroncina espositore per loro non è mai un problema. Con grande grazia e femminilità riescono ad adagiarsi e rialzarsi con una compostezza invidiabile e affascinante. Uomini e Donne normale risultano invece in quel movimento di una goffaggine assoluta. La donna in tiro invece potrà issarsi a gambe parallele affiancate, a gambe accavallate, a ginocchia unite e gambe sforbiciate. E facendo così esporranno la gamba per quanto scoperta, ma sopratutto il seno, in quanto per mantenere la compostezza, dovranno spostarsi inizialmente sul limite anteriore della seduta, e infine inclinare in avanti il tronco quanto basta per prendere lo slancio per alzarsi.</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text">Il movimento è possibile, perché con il colpo di reni da tuffatrice, il baricentro mantiene una traiettoria verticale, spinto verso l'alto dallo slancio. Due colpi con le palme delle mani per stirare verso il basso la gonna e controllare eventuali spostamenti nell'esposizione del seno, e via!</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text">Quindi, posizione strategica sulle poltroncine basse: sedersi davanti, in attesa delle donne in tiro.</span><br />
<span class="commentBody" data-jsid="text"><br /></span>Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-77647484631431497732012-07-05T00:30:00.001+02:002012-07-05T00:32:24.222+02:00Il regalo americanoSono tornato dall'america con un regalo, qualcosa i cui strascichi segnano ancora la mia esistenza. Non è una malattia venerea, non è una malattia in genere, eppure mina la regolare esistenza quotidiana.<br />
Ogni volta che entro in cucina, ne cerco le tracce, ne cerco le tracce nell'aria, sui mobili pensili, sul ripiano sotto il pensile in cui tengo del cibo. Infine apro l'anta fatale.<br />
Col tempo ora va un po' meglio, ma meglio spiegare dall'inizio, perché a periodi, ho pensato di non farcela.<br />
Alla fine dell'anno scorso, un sacchetto di riso, cominciò a manifestare una vitalità non consona a 2 kg di cereali essicati. Il sacchetto consumato a metà proveniva dagli avanzi del residence, e mi era sembrato un peccato buttarlo. Così ho pensato, che mi importa se dalle mie parti venga prodotto il miglior riso del mondo, anche questo dall'origine indefinita ha la sua dignità.<br />
Ecco, ad un certo punto hanno cominciato a svolazzare le farfalline, le tarme del riso si chiamano, anzi hanno un nome più complicato, ma rimangono delle farfalline. Quello che è odioso sono le sue larve. Lasciano dove si posano dei filamenti, come una specie di ragnatela. E il sacchetto di riso avanzato ne era pieno.<br />
Che disonore! Comparse in corrispondenza dei miei buoni propositi di tenere pulita la casa. E abbatterle in volo, o sulle superfici su cui si appoggiano non è per nulla efficace.<br />
<br />
Ecco come si deve procedere in realtà:<br />
<ul>
<li>applicare uno di quei fogli appiccicaticci all'interno della madia</li>
<li>la madia deve essere svuotata e ripulita</li>
<li>usare uno di quegli sgrassatutto</li>
<li>insistere nelle fessure, nei fori, nelle cerniere</li>
<li>eliminare tutti i sacchetti, aperti o chiusi, le scatole di cartone, le scatole vuote in genere, le larve infatti si insinuano anche nelle scatole di alimenti diversi dal loro cibo abituale, ma si insinuano anche negli anfratti dove evidentemente trovano protezione.</li>
</ul>
Detto questo, le farfalline le ho ancora. Il regalo americano.<br />
<br />Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-24838484245357194672012-04-21T01:12:00.000+02:002012-05-01T18:11:09.647+02:00Buon appetito, e andatevene aff...La mia ultima ex non dava il Buon appetito :-/ diceva che non erano buone maniere. Allora ho controllato (sono ing) e pare che sia vero, almeno secondo Lina Sotis, Della Casa, e chissà chi altri. Mi pare una cagata. E allora non diamoci neppure la Buona notte ! :-D<br />
<br />
Per questi personaggi, augurare Buon appetito è semplicemente "volgare". Se trovate una spiegazione minimamente logica, che non faccia assunzioni, non giudichi, non si pronunci sulla ragione per cui ci si siede a tavola, o su come si debba dimostrare il piacere per la convivialità, bene, fatemela conoscere. A me suona come il divieto di mangiar fave dei Pitagorici.<br />
<br />
Escludendo le fonti di chi si investe dell'onere di indicare il galateo, il bon ton, il nuovo galateo, il nuovo bon ton (sembra solo fonti italiane), si scopre che questa pratica volgare è diffusa in molte lingue e culture, testimoniata nella letteratura e nei vademecum dei diplomatici. Anche su questo punto prego di farsi avanti chi ha trovato indicazioni differenti. Visto che tanto ormai sono qualificato come volgare tanto vale che completi il mio Buon appetito con "e andatevene affanculo!"<br />
<br />
<br />Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-161542836111076102012-04-08T21:57:00.000+02:002012-04-08T21:57:17.800+02:00Sono PesciVoglio dimostrarvi che sono Pesci.<br />
Non importa in realtà quando io sia nato, semplicemente leggerò il profilo astrologico di questo segno, e dimostrerò che si attiene a me.<br />
Il profilo a cui mi riferisco è quello pubblicato da una diffusa rivista specialistica, e assumerò per questo motivo che rispetti l'ortodossia astrologica.<br />
<br />
<a href="http://oroscopo.corriere.it/oroscopo/segni-zodiacali/pesci.shtml">http://oroscopo.corriere.it/oroscopo/segni-zodiacali/pesci.shtml</a><br />
<br />
Sono dotato di grande fantasia, irrefrenabile nell'immaginare situazioni, relazioni, mai grossolane, perché inibite e controllate dal senso estetico, e dalla curiosità di confrontarsi con le altrui fantasie nell'arte.<br />
Corro il rischio di agire e apparire anticonvenzionale, ma mai stravagante, semmai originale.<br />
In amore: ricco di inventiva, attenzione alle esigenze segrete della partner, dolce e premuroso, gentile e garbato. Edonista dei piaceri da gustare con calma, senza fretta. Appassionato di cucina e dei sapori della tavola. Pigro al sole e nell'acqua.<br />
<br />Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-3737778489783192342012-03-14T00:47:00.001+01:002012-03-14T10:31:30.243+01:00La logica è ineccepibileCi sono film dove sembra che dimostrarsi innamorati sia la strategia
vincente. Sembra che tutto ruoti sull'essere innamorati e sul
dimostrarlo.<br />
A.lui è innamorato e lo dimostra,<br />
B.lui è innamorato e non lo dimostra,<br />
C.lui non è innamorato ma lo dimostra,<br />
D.lui non è innamorato e non lo dimostra.<br />
Funziona anche con i generi invertiti, o coi generi omogenei, tanto
c'è sempre uno che rincorre e uno che oppone resistenza, sempre che
non fugga.<br />
Che lei sia innamorata o meno è pure marginale. Tanto nel film
l'insistenza viene sempre premiata.<br />
Beh, non credo che sia così importante in realtà. Altrimenti tutti gli
innamorati l'avrebbero sempre vinta sulla controparte.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-80066758959999847962012-02-20T15:29:00.000+01:002012-02-21T15:42:34.873+01:00SofferenzeHo avuto recenti Sofferenze d'amore (perché si chiamano Delusioni? Si soffre forse solo a fronte di aspettative?). Quel che è certo è che si è trattata di sofferenza. Di delusione non saprei.. Delusione è una burla, un disinganno dice il mio dizionario etimologico. Ecco, diciamo che ho provato sofferenza senza disinganno.
Eppure è così poetico "scambiare per amore qualcosa d'altro", e questo è disinganno dell'Amore, non della partner. Allora si, l'amore mi ha deluso, perché ingannandomi era altro.
L'unico fatto rimane che ho avuto recenti Sofferenze d'amore.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-66828297739308255242011-07-29T14:39:00.003+02:002011-07-29T14:39:41.261+02:00Giradischi, braccio ad S, trazione a cinghia, manualeHo venduto il giradischi, braccio ad S, trazione a cinghia, manuale: il primo componente del mio hi-fi del 1980. La corruzione delle parti in gomma, l'ossidazione delle cromature, l'opacizzazione del coperchio trasparente mi mette tristezza.. Il coperchio pare che con la pasta per lucidare possa tornare come nuovo, ma la verità a volte, è dura da accettare, può essere anche sporca... :-D<br />
L'ho venduto ad un vero estimatore, troverà con lui una nuova amorevole famiglia che gli toglierà la polvere e lo seguirà in tutti i suoi giri, 33 e 45.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-41848460985099693192011-07-23T02:44:00.002+02:002011-07-29T14:41:36.203+02:00Volano 4 gattiAd una certa ora volano solo 4 gatti, a differenza che in italia, dove ho sempre visto gli aerei pieni almeno a metà.<br />
Il temporale si allontana, il ritardo è stabile. Al gate si accumulano invece i passeggeri più disparati, disperati, provenienti da altri ritardi. Insomma oltre ad una certa ora i 4 gatti dovrebbero essere già partiti per i propri lidi. A guardia dei gate solo donne. A contribuire con le loro rogna sia uomini che donne.<br />
Una donna ascolta in silenzio polemico le giustificazioni perché non l'hanno aspettata. Poi esplode in gesti e proteste. Non fa molto effetto, perché gli altri tre gatti osservano annoiati, sparsi tra le decine di file di poltrone per non disturbarsi a vicenda.<br />
Arriva un uomo, molto alto. Inizia a parlare. Tira fuori diversi fogli, che potrebbero essere biglietti, carte d'imbarco, appunti, ritratti stilizzati dei partecipanti ad una riunione della giornata. Ma non è polemico. Parla perché è felice, o è sull'orlo di una crisi di nervi, o è un inguaribile ottimista, qua, tra i gatti che dovrebbero essere presso i propri lidi. Non si allontana. Si sposta impercettibilmente a lato del desk, e continua a parlare e ringraziare.<br />
Una signora dietro di lui cerca di incenerirlo con lo sguardo. Qua sono così, cortesi e riservati, ma serbano un rancore nero e profondo mentre subiscono.<br />
Un'altra aviera racconta a due passeggeri che attendono composti, che spesso si sentono in difficoltà a cercare di aiutare i passeggeri smarriti, come bagagli senza etichetta, che non capiscono cosa succeda in questi aeroporti vuoti, fuori dall'orario di assistenza telefonica della propria agenzia di viaggio.<br />
Nella fila davanti a me una ragazza si alza e mi rivolge delle battute (polemiche) sul ritardo. Sorrido. Non voglio darle retta, anche se è carina. Quella nota polemica mi infastidisce. Faccio il gatto. Aspetto il mio aereo.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-86156904642743849272011-06-30T21:51:00.001+02:002011-06-30T21:53:16.393+02:00Strategia per il caldoSto cercando la strategia vincente. <br />
Per il caldo ho l'approccio da ingegnere. Sto esplorando tutte le combinazioni:<br />
<br />
finestra aperta, finestra chiusa;<br />
tapparella alzata, tapparella abbassata;<br />
esposizione Est, esposizione OVEST;<br />
durante il giorno, durante la sera;<br />
<br />
Mi piacerebbe avere delle sonde con registratore per ogni stanza, ma le centraline digitali facili da trovare costano.... rimangono quelle difficili da trovare, ma non ho tempo io per cercarle.<br />
<br />
E il caldo rimane.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-64675079263015343972011-02-08T03:59:00.003+01:002011-07-29T14:41:02.769+02:00Io mi ero girata a guardare!Io mi ero girata a guardare!<br />
Se tutte le volte sperate, deluse, di incrociare il tuo sguardo al<br />
commiato, avere ancora la chance di una tua ammissione: io, mi ero<br />
girata a guardare!<br />
Sono sempre qui tra le nuvole, tra le hostess tedesche in divisa come<br />
le infermiere. Girati, tu, fai le smorfie alla vecchia che non si può<br />
alzare appena chiuse le porte. Fai, le smorfie al signore che non<br />
spegne il lettore accese le luci delle cinture. Sembri gentilmente<br />
dispiaciuta, col contorno pesante degli occhi, le sopracciglia ridotte<br />
inclinate acuta e grave, espressioni tedesche dei tempi dei venti.<br />
Perché non nascondi nel vassoio solo per me una portata speciale?<br />
Porgimelo, trattenendolo per un poco, ridendo per gioco, indicandomi<br />
un boccone speciale, con nascosto sotto un numero per telefonare.<br />
Perché non ti avvicini di più passando nello stretto corridoio,<br />
immergendomi di profumo libero di tasse.<br />
Prendimi la mano, passandoti davanti all'uscita, dimmi: mi ero girata<br />
a guardare.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1986486298773043871.post-28287566761597062032011-01-16T04:16:00.001+01:002011-01-16T04:16:58.596+01:00I miei colleghi hanno fatto shopping per 7 ore, come delle figheGuardo l’orologio e sono le 19:45. Siamo partiti alle 10:45. Il viaggio sulla interstate 75 è regolare e richiede 1 ora precisa, verificato più volte. Quindi, sono 9 ore, meno 2 di andata e ritorno complessive, vuole dire che i miei colleghi hanno fatto shopping per 7 ore, come delle fighe! E per necessità logistiche contingenti, io con loro.<br />
<br />
Scrivo con impeto questa affermazione, sorpreso e irritato dalla piega presa della giornata, ma subito mi rendo conto che per quelle, le fighe, ci sono parecchi distinguo.<br />
<br />
Devo limitare il riferimento alle sole fighe che possono fare shopping per almeno 7 ore: per 7 che possono farlo ce ne sono altre 7 che non lo farebbero mai. E comunque 7 ore con delle fighe che non spendono 7 ore per fare lo shopping sarebbero state spese meglio, e 7 ore con una sola sarebbe stata una pacchia anche facendo shopping.<br />
<br />
Ignorante mi sono aggirato tra gli outlet, convincendomi di aver bisogno almeno di un gilet e di camice. L'area è vasta e i marchi sono tanti.<br />
<br />
Cedo su 3 camice a 15$ di poplin di cotone, botton down. Queste parole ho dovuto cercarle su internet una volta giunto a casa: quello che controllo io è solamente che abbiano il taschino a sinistra.<br />
<br />
I colleghi stipano il baule con delle borsate multicolore, minimizzando gli acquisti: "ma mica ho speso tanto in fin dei conti", "era una cosa che assolutamente mi serviva", "qui costava talmente poco che...". Come delle fighe. Certo di quelle 7 che spendono 7 ore a fare shopping.Astare Quihttp://www.blogger.com/profile/11673403382985854837noreply@blogger.com