La macchina del tempo corre alla rovescia, questa giornata durerà sino alla fine 30 ore, ed ora corre sul filo del tramonto. Posso vedere il bagliore rossastro, al di sopra del profilo dell'ala, è così da un paio d'ore, dal distacco da terra islandese, e non si saprà mai per quale reale motivo vi abbiamo fatto sosta. Ad un certo punto hanno chiesto se c'era un dottore a bordo, e dopo mezz'ora sono iniziate le procedure per l'atterraggio. La virata è stata impercettibile, ma sul monitor la variazione di rotta è stata evidente. Dicono che il tizio lo hanno fatto scendere col suo bagaglio, come una fermata della corriera :-)
Ma io non ho visto null'altro dall'oblò che lo strano mezzo che accede dall'esterno alla stiva. Posso marcare l'Islanda come ulteriore stato visitato, così, immerso nel buio senza confini, col paesaggio lunare piatto e brullo, tracce di crateri o cose simili. Ricorda la Norvegia all'approssimarsi al capo a nord, ma fatta di terra bruciata e scura, con ampi circoli rocciosi simili a crateri o similari, le luci agglomerate nel buio delle quasi basi spaziali. Faccio una foto dall'aereo in sosta. 3 ore di ritardo.
Per il resto il viaggio è stato accompagnato dallo straziante pianto di un neonato, e del piante del poco più bimbo suo fratello (?). Un mio collega è seduto accanto a loro, vistosamente in difficoltà a cercare di aiutare la madre, unica accompagnatrice dei due. Cede la hostess bruna dalla carnagione chiara, dagli occhi scuri e il viso dolce. Le ho sfiorato la mano quando mi ha porto il bicchiere, grande, dura, senza grazia, ma curata e liscia. Stringe vicino al viso il neonato e chiude gli occhi. I passeggeri dei sedili innanzi a lei, guardano e ridono. Lei riapre gli occhi, senza imbarazzo sorride ai due. Sposta la creatura dalla guancia lontana dalle parti dure e fredde della parte alta della divisa, che rende la ragazza ordinata e bellissima, e la appoggia dove è caldo e tenero, e dove piacerebbe anche a me essere adagiato e stretto, con gli occhi chiusi.
Nel viaggio leggo di un riminese di successo nello sfruttamento dei pali della luce cittadini, partito come venditore di mangimi. Vedo un documentario sui ricchi chef inglesi, che notoriamente, si sa, non appartengono ad una nazione di buongustai. Penso che se almeno potessi adagiarmi su quella divisa, ogni notte, così fascinato, potrei dire di aver condotto una grande vita. E poi penso che anche portare due bimbi in aereo possa essere significativo di una vita diversa dalla mia attuale, trascorsa a fare senza dubbio altro. In settimana ho già vissuto ragionamenti esistenziali, al concerto all'Auditorium, riflettendo sui concertisti.
Ora, guardo 'Così fan tutte' con due cantanti piacenti, una bella e morbida come la hostess, l'altra più bella (ma non più bella della hostess), ma quando canta, la passione canora le fa assumere le espressioni della bocca e degli occhi sgraziate di una alienata. Insomma, nessuno è perfetto, ma chiunque può fare cose sublimi. Sempre che li si osservi.
Visto che torno in America penso agli hamburger, a quanto siano incompresi in Italia. Ma anche altrove. Quanto è svelto prepararli, a partire dall'acquisto del macinato. Può essere grasso quanto si vuole, basta cambiare cottura, più a lungo, scolando via il grasso fuso, includendo nell'impasto qualcosa di inerte che aiuti il drenaggio. Dovrei studiare come fare il record di hamburger cotti da una persona sola. D'altra parte in Italia si fanno già i record di salamelle, l'hamburger è anche più semplice, perché basta la pasta, senza insaccarla.
Con l’hamburger si può ragionare per accumulo, come il junk food americano, o semplificando come il fast food estremo. Ma anche rallentare e selezionare nelle materie prime come la tartare al ristorante.
Esempio di accumulo. Ci sono molte cose buone da mangiare assieme all'hamburger, quindi è possibile mangiarle tutte insieme: fetta di pane, salsa di senape, hamburger, pancetta, insalata, pomodoro, wurstel, cetriolo, uovo fritto, formaggio fuso, cipolla cruda.
Esempio di semplificazione: solo 3 tra gli elementi sopracitati.
Rallentiamo con un esempio di macinato magro, quasi al sangue, con pomodorini e rucola, oppure lasciarlo crudo come una tartare.
Ma io non ho visto null'altro dall'oblò che lo strano mezzo che accede dall'esterno alla stiva. Posso marcare l'Islanda come ulteriore stato visitato, così, immerso nel buio senza confini, col paesaggio lunare piatto e brullo, tracce di crateri o cose simili. Ricorda la Norvegia all'approssimarsi al capo a nord, ma fatta di terra bruciata e scura, con ampi circoli rocciosi simili a crateri o similari, le luci agglomerate nel buio delle quasi basi spaziali. Faccio una foto dall'aereo in sosta. 3 ore di ritardo.
Per il resto il viaggio è stato accompagnato dallo straziante pianto di un neonato, e del piante del poco più bimbo suo fratello (?). Un mio collega è seduto accanto a loro, vistosamente in difficoltà a cercare di aiutare la madre, unica accompagnatrice dei due. Cede la hostess bruna dalla carnagione chiara, dagli occhi scuri e il viso dolce. Le ho sfiorato la mano quando mi ha porto il bicchiere, grande, dura, senza grazia, ma curata e liscia. Stringe vicino al viso il neonato e chiude gli occhi. I passeggeri dei sedili innanzi a lei, guardano e ridono. Lei riapre gli occhi, senza imbarazzo sorride ai due. Sposta la creatura dalla guancia lontana dalle parti dure e fredde della parte alta della divisa, che rende la ragazza ordinata e bellissima, e la appoggia dove è caldo e tenero, e dove piacerebbe anche a me essere adagiato e stretto, con gli occhi chiusi.
Nel viaggio leggo di un riminese di successo nello sfruttamento dei pali della luce cittadini, partito come venditore di mangimi. Vedo un documentario sui ricchi chef inglesi, che notoriamente, si sa, non appartengono ad una nazione di buongustai. Penso che se almeno potessi adagiarmi su quella divisa, ogni notte, così fascinato, potrei dire di aver condotto una grande vita. E poi penso che anche portare due bimbi in aereo possa essere significativo di una vita diversa dalla mia attuale, trascorsa a fare senza dubbio altro. In settimana ho già vissuto ragionamenti esistenziali, al concerto all'Auditorium, riflettendo sui concertisti.
Ora, guardo 'Così fan tutte' con due cantanti piacenti, una bella e morbida come la hostess, l'altra più bella (ma non più bella della hostess), ma quando canta, la passione canora le fa assumere le espressioni della bocca e degli occhi sgraziate di una alienata. Insomma, nessuno è perfetto, ma chiunque può fare cose sublimi. Sempre che li si osservi.
Visto che torno in America penso agli hamburger, a quanto siano incompresi in Italia. Ma anche altrove. Quanto è svelto prepararli, a partire dall'acquisto del macinato. Può essere grasso quanto si vuole, basta cambiare cottura, più a lungo, scolando via il grasso fuso, includendo nell'impasto qualcosa di inerte che aiuti il drenaggio. Dovrei studiare come fare il record di hamburger cotti da una persona sola. D'altra parte in Italia si fanno già i record di salamelle, l'hamburger è anche più semplice, perché basta la pasta, senza insaccarla.
Con l’hamburger si può ragionare per accumulo, come il junk food americano, o semplificando come il fast food estremo. Ma anche rallentare e selezionare nelle materie prime come la tartare al ristorante.
Esempio di accumulo. Ci sono molte cose buone da mangiare assieme all'hamburger, quindi è possibile mangiarle tutte insieme: fetta di pane, salsa di senape, hamburger, pancetta, insalata, pomodoro, wurstel, cetriolo, uovo fritto, formaggio fuso, cipolla cruda.
Esempio di semplificazione: solo 3 tra gli elementi sopracitati.
Rallentiamo con un esempio di macinato magro, quasi al sangue, con pomodorini e rucola, oppure lasciarlo crudo come una tartare.