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Visualizzazione dei post da marzo, 2009

Svetlana non la porto a casa

Svetlana è il destino che ti viene incontro e che si riallontana dopo 5 minuti. Lei è bella e bionda sull'altro marciapiede, a passo svelto, mentre a mezzanotte carico la macchina alla volta di Torino. Chiudo il baule e lei mi viene incontro. Ho l'impressione inizialmente di una parlata inglese, ma si interrompe, tace e pensa e riprende in italiano. È dell'est, ha anche le guance pronunciate e gli occhi chiari. Sorride perché cerca la clinica di Vercelli ma considerando la direzione da cui proviene si è evidentemente perduta. Inizio a spiegarle la via, ma le propongo anche un passaggio visto che ero già intento a partire. I pericoli di questi incontri sono imponderabili. L'equivalenza tra 'giovane, bella, sorridente, in difficoltà, abiti puliti' e 'straniera con trascorsi di ordinaria disperazione nel paese proprio e nel paese ospite, non armata' è tutta da dimostrare. Vince il garantismo e un brivido avventuroso. Non parla bene italiano ma dice di esser

Soggezione

So per esperienza che il destino non è fatto solo dalla nostra cosciente ricerca. Interagiamo con la rierca condotta dagli altri, dalle altre. Non solo il nostro destino è motore, ma lo è anche quello degli altri. Laura, ora so che probabilmente si chiama Laura, si è presentata al lago, dal mio amico col quale aveva un appuntamento dopo un discreto carteggio elettronico. Cito questa donna perché mi ha indotto lo stesso senso di soggezione e inadeguatezza di una personalità e un contesto analogo: una prfessoressa di italiano di un istituto tecnico industriale statale! Donna elegante, piacente, dalla manifestazione misurata delle emozioni ma sensibile reattiva agli stimoli. Soggezione come in quei lontani anni 80. La soggezione di una figura materna che ha il ruolo di dirti cosa fare e interpreta per te le cose, figura algida mescolata (cosa direbbe Freud?) con l'attrazione sessuale per un fisico asciutto ma curvaceo e per i suoi racconti di astinenza e disamore familiare.